Varespladib associato a più alta incidenza di infarto miocardico nei pazienti con sindrome coronarica acuta
Varespladib, un inibitore della fosfolipasi A2 secretoria ( sPLA2 ), non ha ridotto il rischio di eventi cardiovascolari ricorrenti nei pazienti con sindrome coronarica acuta, ma è risultato associato a un rischio più elevato di infarto miocardico.
Lo studio VISTA-16 è stato interrotto precocemente dopo una raccomandazione del Data Safety Monitoring Board.
Una precedente ricerca aveva dimostrato che Varespladib era associato a un effetto positivo sui lipidi e sui marcatori infiammatori.
Hanno preso parte allo studio 5.145 pazienti con sindrome coronarica acuta, che sono stati assegnati in modo casuale a Varespladib 500 mg/die oppure a placebo, per 16 settimane.
Entrambi i gruppi erano in trattamento standard.
L'endpoint primario era rappresentato da un composito di mortalità cardiovascolare, infarto miocardico non-fatale, ictus non-fatale e ospedalizzazione per angina instabile con evidenza di ischemia.
Al termine dello studio, i pazienti del gruppo Varespladib presentavano un tasso del 3.3% di infarto miocardico non-fatale rispetto al 2.1% per il gruppo placebo ( hazard ratio, HR=1.66 ).
Quando lo studio è stato chiuso, l'endpoint primario si era verificato nel 5.9% dei pazienti assegnati a Varespladib contro il 4.7 % dei pazienti assegnati a placebo ( HR=1.25 ).
Gli eventi avversi si sono verificati in 72 pazienti nel gruppo Varespladib e in 36 pazienti nel gruppo placebo.
Sono stati rilevati anche segni di tossicità biochimica.
I risultati dello studio mettono in discussione sPLA2 come target per la terapia della aterosclerosi. ( Xagena2013 )
Fonte: American Heart Association Scientific Sessions, 2013
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